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domenica 14 febbraio 2010

Kill Bill Vol. I


Beatrix Kiddo-alias-Black Mamba (Uma Thurman) è una Sposa in cerca di una lunga e sanguinosa vendetta ai danni di Bill (David Carradine) e della sua squadra di sicari, che il giorno delle prove delle sue nozze tentano di uccidere senza pietà. Risvegliatasi dal coma La Sposa decide di combattere e di ritrovare coloro che hanno deciso di rovinarle la vita. Come un robot come una macchina desiderosa di sangue il personaggio di Uma Thurman perde qualsiasi impronta di donna, proprio come tutte le eroine, possiamo infatti osare, dicendo che Kill Bill è un omaggio contemporaneo all’epica femminile. Il film è diviso in cinque capitoli, che andranno avanti e indietro nella storia lasciando quei dubbi tipici del cinema tarantiniano, solo alla fine il puzzle riuscirà ad essere completato, quando ogni tassello sarà al proprio posto la storia avrà un vero significato. Tutto è tipico di tarantino, gli innumerevoli combattimenti corpo a corpo (chiaro riferimento al cinema nipponico delle arti marziali anni settanta
del quale Tarantino è un accanito fan) combattimenti riusciti grazie all’intervento del “ coreografo” Yuen Wo Ping (già coreografo di Matrix), i “furtarelli’’ che compie portando alla luce i mille squartamenti e spruzzi di sangue che sono una caratteristica del genere horror di dario argento, le inquadrature, i grandangoli , o gli sguardi in macchina tipici del cinema godardiano omaggiando così il cinema della novelle vague.
Non a caso Tarantino viene definito il nuovo Godard. Con un gusto per l’umorisco cinico e beffardo che caratterizza i personaggi di Kill Bill senza farci mancare l’ormai ossessiva visione di piedi femminili, che ricorderemo anche nella scena iniziale di Grindhouse- A prova di morte.
Un successo meritato questo, come d’altronde tutti i suoi lungometraggi. Un film squisitamente unico ma che allo stesso tempo contiene molti generi, come il noir, il western all’italiana, le serie tv classiche l’horror e il cinema di animazione.

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