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martedì 24 ottobre 2017

IT : Chapter One

Tremate Tremate, le streghe son tornate! 
Una sola veramente..Io.
E' arrivato il momento di dire la mia riguardo il film che sta letteralmente spaccando il mondo in due gruppi.
Uno  è quello dei  nostalgici che non vogliono sentir parlare di remake, che amano la mini serie degli anni 90 e che soprattutto amano Tim Curry e come abbia impersonificato l'essere maligno sotto forma di Clown, meglio conosciuto come Pennywise.
L'altro è quello degli amanti dell'horror in generale che sentono di difendere un prodotto anche se già visto e già conosciuto, perchè più moderno, più splatter e più fedele al romanzo di King.
Io ovviamente mi schiero coi nostalgici.
Ma non per questo ritengo il film un prodotto definitivamente inguardabile.
La storia la conosciamo già.
Nella città di Derry, vive una potente e maligna presenza, la cui esistenza si basa sull'uccidere bambini e anime innocenti sfamandosi della loro paura. 
 Bill Denbrough ( Jaeden Lieberher) fa parte di un gruppetto di ragazzini, i cosiddetti Losers ( perdenti) e perde il suo fratellino Georgie proprio a causa di Pennywise. La creatura, inizia a prendere di mira quindi tutti i componenti del gruppo.  L'ipocondriaco e logorroico Eddie Kaspbrak (Jack Dylan Grazer) , lo scout e precisino Stan Uris, il simpaticone del gruppo Richie Tozier, Ben Hascom (Jeremy Ray Taylor), l'emarginato Mike Hanlon (Chosen Jacobs) e la problematica Beverly Marsh (Sophia Lillis)
IT infatti si presenterà a ognuno di loro non solo come clown, ma anche sotto forma di ogni paura insita nelle loro piccole anime.
Abbiamo l'esempio del bullismo, degli abusi sessuali, del razzismo eccetera eccetera.
Questo insolito mix tra I Goonies, i bambini di Stand by Me e dei più recenti di Stranger Things (tra i quali troviamo Finn Wolfhard nei panni di Richie Tozier nel film e in quelli di Mike Wheeler di ST) non è del tutto male, se non fosse che ogni scena riguardante il più pauroso dei clown, lasci a desiderare.
Troviamo tutto sullo schermo, sangue, braccini strappati, paure nascoste.
Nulla che sia lasciato intendere allo spettatore, nulla che possa essere immaginato come in realtà sono poi tutte le nostre reali paure. 
 Nel lungometraggio di  Andrès Muschietti,  già conosciuto per l'apprezzatissimo La Madre del 2013 ( che se non avete visto vi consiglio) lo spettatore non ha paura di ciò che non conosce, bensì di quello che esattamente vede, e questo non è in linea con l'ansia e l'inquietudine che invece trasmette non solo la mini serie, ma anche il romanzo di King.
C'è leggerezza, c'è sintonia tra i ragazzini e la storia di una amicizia vera sicuramente addolcisce la pillola, ma non c'è tensione.
Non ci sono colpi di scena imprevedibili, proprio come è accaduto in tutti gli horror sfornati negli ultimi anni, è una copia esatta di un film ben girato, questo è sicuro, ma che lascia l'amaro in bocca a chi cerca una sferzata di paura di quelle che forse solo gli anni 90 ci aveva portato.


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