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lunedì 20 novembre 2017

Saw Legacy

Voglio fare un gioco con voi...
No non è vero, sono pigra.
Mi limiterò a raccontare ciò che ho visto.
Cinque estranei, tra uomini e donne si ritrovano vittime dello spietato gioco di Jigsaw alias John Kramer.
(Ma non era morto?
Eh! Appunto! caso strano no?)
 I malcapitati Anna, Ryan, Mitch e Carly devono affrontare una serie di sanguinolente prove per sopravvivere e per dimostrare quanto veramente tengono alla loro vita, confessando crimini e malefatte degli anni passati.
Ad osservare la faccenda, troviamo i detective Halloran (Callum Keith Rennie) e Hunt ( Clè Bennett) che con l'aiuto di due medici forensi -Eleonor ( Hanna Emily Anderson), strana tipa ossessionata dai giochi di Jigsaw e Logan ( Matt Passmore),  giovane padre single apparentemente innoquo- cercano di capire come sia possibile che il gioco/carneficina di Kramer sia ricominciato, nonostante il suo accertato decesso. Forse un seguace porta avanti il lavoro di Jigsaw?
La tiritera non cambia,  nemmeno questa volta.
Prove sanguinarie, splatter, arti mozzati e quant'altro si rifanno vivi in molteplici scene che abbiamo visto già otto volte contando dall'inizio della saga.
John Kramer, o chi per lui, gioca ancora a fare Dio cercando di redimere individui potenzialmente indegni di vivere la loro vita, a causa di omicidi, furti e disonestà varie.
 Individui egoisti e pronti a darsi addosso per la propria salvezza.
quando si dice... c'ho un cerchio alla testa!
Mette in scena una serie di prove, già viste anni prima. (Spirito d'emulazione?)
Concetto che fa rabbrividire, ma che come sempre, fa riflettere.
Li mette alla prova, li costringe a pensare, gioca con il loro intelletto e fa leva sulle più improbabili decisioni che chiunque sotto pressione possa riuscire a prendere, mettendoci di mezzo anche Billy, il vecchio burattino mostruoso che già conosciamo bene.
Non c'avete capito niente eh?
Bene!
Questo è il risultato sperato.
Non si può scrivere di Saw Legacy, senza rimanere vaghi, altrimenti v'ho detto tutto, ma spero di avervi incuriosito.
Non è di certo degno dei primissimi Saw, ma almeno la pellicola da ben 10 milioni di dollari dei fratelli, Michael e Peter Spierig rimane coerente al filone dell'horror  del'enigmista che ci accompagna ormai da anni.



mercoledì 15 novembre 2017

Auguri per la tua morte

Tree ( Jessica Rothe) è la classica ragazza acida e snob che vive nella confraternita più In del college che frequenta. Adotta comportamenti ostili verso suo padre e verso chiunque lei pensi che non meriti la sua attenzione.
Tree ogni mattina si sveglia, e sa che dovrà correre più del leone.. no sto scherzando, ma deve correre per davvero, altrimenti verrà uccisa ogni giorno, perchè chissà per quale assurdo motivo, rivive ogni volta il giorno del suo compleanno, durante il quale viene uccisa da un misterioso assassino con la maschera da bambolotto con un solo dentino. davvero inquietante. (sarcasmo mode:on)
Il fatto di rivivere in continuazione la stessa giornata, permetterà a Tree di arrivare all'identità del suo assassino, aiutata da Carter ( Israel Brussard), un ragazzo che aveva incontrato prima di diventare Bill Murray in Ricomincio da capo.
Auguri per la tua morte, di Christopher Landon (regista già conosciuto per Paranormal Activity 3 e Disturbia, il remake di La Finestra sul cortile) è difficile da collocare nella colonna degli Horror/Slasher che già conosciamo.
Ciao, sono Ciccio Bello, posso ucciderti un po'?
Questo mix tra Scream e American Pie è davvero esilarante, permette di passare un'oretta e mezza della propria vita in modo del tutto piacevole, ma poco costruttivo.
E' per lo più una commedia, troviamo battute del tipo " non guardarmi come se avessi cacato sulla testa di tua madre" che sono difficili da dimenticare una volta sentite.
Il fascino del  loop temporale intrattiene,  ma funziona?
No, non per me almeno.
Però due risate me le sono fatte, perciò Chrì, riprovaci con gli horror, magari la prossima volta andrà meglio!


giovedì 26 ottobre 2017

Amityville - Il risveglio

Come in ogni film horror che si rispetti  c'è sempre una strada di campagna, una macchina piena di cianfrusaglie, una famiglia che sta traslocando con annessa adolescente irritata che non accetta il trasferimento in una nuova città.
Anche qua. Niente di nuovo.
La famiglia in questione è quella formata da Joan (Jennyfer Jason Leigh), madre dell'adolescente Belle (Bella Thorne)  della piccola Juliet (Mckenna Grace)  e di James (Cameron Monaghan), fratello gemello di Belle, in stato vegetativo a causa di un incidente avvenuto mesi prima, causato involontariamente proprio dalla sorella gemella, motivo per cui la madre continua a provare risentimento.
L'allegro quartetto si trasferisce nella cittadina di Amtyville città dove vive la sorella di Joan, Candice  (piccola particina per Jennifer Morrison conosciuta per la serie Doctor House e Once Upon a Time) e proprio nella casa dove quarant'anni prima si era svolto il leggendario massacro per mano di Ronald De Feo Jr, storia che ormai conosciamo già tutti.
(intelligente vero?)
Belle inizia a fare amicizia con dei compagni di liceo cercando di non pensare al vecchio incidente che ha portato suo fratello al coma e in un battibaleno tutto precipita in un susseguirsi di attività paranormali del tutto ovvie e prevedibili, che vedono coinvolte anche sua madre Joan, ma soprattutto La Casa sembra vivere di vita propria e risveglia il povero James come quarant'anni prima aveva fatto col precedente proprietario.
Questa sono io appena svegl...no scusate è James posseduto!

Ragazzi, non ci siamo proprio. La storia è banale e i colpi di scena sono esageratamente inutili. Da anni sono convinta che continuare ad inseguire e riprodurre nuovi film sulla base di cult che tali rimarranno, non è assolutamente la chiave per mantenere viva la voce Horror nel mondo del cinema. In questo film troviamo un mix di pessime scelte a livello di regia, fotografia e diciamola tutta anche a livello di dialoghi e di struttura narrativa.
Dopo mezzora dall'inizio del film la palpebra è calata. 
Sarà stato l'orario del dopo pranzo o l'assurda lentezza del film, questo devo ancora capirlo.
Niente di innovativo insomma. 




martedì 24 ottobre 2017

IT : Chapter One

Tremate Tremate, le streghe son tornate! 
Una sola veramente..Io.
E' arrivato il momento di dire la mia riguardo il film che sta letteralmente spaccando il mondo in due gruppi.
Uno  è quello dei  nostalgici che non vogliono sentir parlare di remake, che amano la mini serie degli anni 90 e che soprattutto amano Tim Curry e come abbia impersonificato l'essere maligno sotto forma di Clown, meglio conosciuto come Pennywise.
L'altro è quello degli amanti dell'horror in generale che sentono di difendere un prodotto anche se già visto e già conosciuto, perchè più moderno, più splatter e più fedele al romanzo di King.
Io ovviamente mi schiero coi nostalgici.
Ma non per questo ritengo il film un prodotto definitivamente inguardabile.
La storia la conosciamo già.
Nella città di Derry, vive una potente e maligna presenza, la cui esistenza si basa sull'uccidere bambini e anime innocenti sfamandosi della loro paura. 
 Bill Denbrough ( Jaeden Lieberher) fa parte di un gruppetto di ragazzini, i cosiddetti Losers ( perdenti) e perde il suo fratellino Georgie proprio a causa di Pennywise. La creatura, inizia a prendere di mira quindi tutti i componenti del gruppo.  L'ipocondriaco e logorroico Eddie Kaspbrak (Jack Dylan Grazer) , lo scout e precisino Stan Uris, il simpaticone del gruppo Richie Tozier, Ben Hascom (Jeremy Ray Taylor), l'emarginato Mike Hanlon (Chosen Jacobs) e la problematica Beverly Marsh (Sophia Lillis)
IT infatti si presenterà a ognuno di loro non solo come clown, ma anche sotto forma di ogni paura insita nelle loro piccole anime.
Abbiamo l'esempio del bullismo, degli abusi sessuali, del razzismo eccetera eccetera.
Questo insolito mix tra I Goonies, i bambini di Stand by Me e dei più recenti di Stranger Things (tra i quali troviamo Finn Wolfhard nei panni di Richie Tozier nel film e in quelli di Mike Wheeler di ST) non è del tutto male, se non fosse che ogni scena riguardante il più pauroso dei clown, lasci a desiderare.
Troviamo tutto sullo schermo, sangue, braccini strappati, paure nascoste.
Nulla che sia lasciato intendere allo spettatore, nulla che possa essere immaginato come in realtà sono poi tutte le nostre reali paure. 
 Nel lungometraggio di  Andrès Muschietti,  già conosciuto per l'apprezzatissimo La Madre del 2013 ( che se non avete visto vi consiglio) lo spettatore non ha paura di ciò che non conosce, bensì di quello che esattamente vede, e questo non è in linea con l'ansia e l'inquietudine che invece trasmette non solo la mini serie, ma anche il romanzo di King.
C'è leggerezza, c'è sintonia tra i ragazzini e la storia di una amicizia vera sicuramente addolcisce la pillola, ma non c'è tensione.
Non ci sono colpi di scena imprevedibili, proprio come è accaduto in tutti gli horror sfornati negli ultimi anni, è una copia esatta di un film ben girato, questo è sicuro, ma che lascia l'amaro in bocca a chi cerca una sferzata di paura di quelle che forse solo gli anni 90 ci aveva portato.


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